Dopo che da diverso tempo i cittadini ascoltano dalle nostre parole le "incertezze" e la strana gestione della società CSAI delle relazioni con gli abitanti dell'area circostante la discarica, abbiamo ora l'occasione di condividere la testimonianza diretta di una cittadina di San Giovanni Valdarno, membro del Comitato Vittime della Discarica, che fa parte dell'Osservatorio per la Discarica.
Per chi non lo sapesse l'Osservatorio è un comitato voluto già due anni fa dal Comitato per la Discarica, ma snobbato dal Sindaco Amerighi (perchè disse poteva dare noia!) e che, a seguito delle numerosi e gravi disagi provocati dalla discarica, è stato voluto dal Sindaco di San Giovanni V.no, che ne è il Presidente. Ne fanno parte anche i sindaci di Terranuova e di Castelfranco di Sopra, i rappresentanti della CSAI Spa, dell'ARPAT e dell'USL, oltre a tre cittadini in rappresentanza dei tre comuni confinanti con l'impianto.
Buona Lettura.
In relazione alle ultime vicende sui disagi provenienti dalla discarica di Podere Rota; alle dichiarazioni rilasciate dalle varie amministrazioni in sede dei consigli comunali e alle notizie apparse sulla stampa locale in merito ai lavori dell’Osservatorio per la Discarica di Podere Rota e all’Ampliamento della stessa, in qualità di rappresentante dei cittadini di San Giovanni V.no, nell’Osservatorio, sento il dovere, di precisare alcuni concetti a nome dei cittadini che rappresento e riportare alcune informazioni dovute, avute in sede di Osservatorio.
Lavoro tenacemente e collaboro con costanza nell’Osservatorio, con fiducia apprezzo ogni iniziativa proposta o messa in atto, tesa a cercare di risolvere il problema dei disagi della discarica, mi rendo anche conto che la mia visuale delle cose non può essere la stessa delle amministrazioni e dei gestori perchè sento e vivo l’altra parte della “VICENDA”, la parte dei cittadini che subiscono i disagi da molto tempo, che da molto tempo i disagi li denunciano e che da molto tempo si aspettano risposte.
E’ comprensibile capire che i fatti accaduti, le comunicazioni ricevute sulle iniziative dell’Osservatorio e le risposte date dalle amministrazioni locali, non sono quello che i cittadini si aspettano.
Cercherò di riportare e analizzare le informazioni che sappiamo, sulle decisione della Provincia, sulle azioni dell’Osservatorio e anche di far sapere come i gestori dell’azienda CSAI si sono impegnati per portare avanti il processo dei lavori di ampliamento.
Iniziamo dalla Provincia: è stata data l’approvazione al procedimento della Valutazione Impatto Ambientale (VIA), per il progetto di ampliamento della discarica, ci saranno ulteriori iter di approvazione (AIA), a breve una nuova conferenza dei servizi, dovrebbe ratificare la documentazione inviata da CSAI. Ci sarà l'atto autorizzativo da parte del dirigente della Provincia , il dirigente darà ulteriori autorizzazioni specifiche, dopo il sopralluogo in discarica, per i lavori sui vari moduli oggetto di ampliamento (3 moduli)- fino ad arrivare all’autorizzazione finale per iniziare i lavori di ampliamento (fase operativa)
Quindi ad oggi i lavori di ampliamento non sono iniziati, nello specifico gli eventi odorigeni segnalati in queste ultime settimane non dipendono dai lavori di ampliamento, gli stessi gestori ci dicono che l'attività in discarica è come a novembre scorso quando i puzzi non erano di questa entità in nessun luogo. Quindi…
Le amministrazioni stanno mettendo a punto con le società, una migliore gestione delle movimentazioni da fare e un migliore sistema di informazione: in parole povere stanno chiedendo ai gestori della discarica di non sommare più manovre insieme (in maniera da "contenere" l'effetto odorigeno) e di tenere informati i cittadini sul programma delle varie operazioni.
Quando inizieranno i lavori di ampliamento la CSAI si è impegnata a lavorare a piccoli step, in modo da limitare al minimo i disagi (l’effetto olfattivo dovrebbe essere di entità minore di come si è avuto fin ora lavorando in sormonto)
I lavori di ampliamento dovrebbero proseguire senza fermate, in modo da finire in tempo, per non andare in “emergenza rifiuti”, questo periodo è comunque abbastanza lungo, credo di aver capito di circa un anno...e quindi….
Sottolineo un aspetto che forse è sfuggito: la Provincia ha autorizzato l’ampliamento della discarica non ha autorizzato lo “spargimento odorigeno”,
Nessuno vuole che l’ampliamento, sia portato a giustificazione della formazione e propagazione dei cattivi odori. Nessuno può assumersi la responsabilità che se ci saranno molestie olfattive i lavori dovranno andare avanti lo stesso .
La Conferenza dei Servizi (CS) ha previsto tante prescrizioni, da attuare in impianto, per la tutela dell’ambiente; in specifico per il DISAGIO ODORI ha affrontato il problema con una prescrizione che prevede l’espletamento del monitoraggio odori partecipato con la popolazione, questo è un metodo sperimentale, non ancora partito, non ancora testato per le discariche in Toscana e nemmeno credo in Italia, non è un metodo validato e consolidato, verrà fatto per un periodo di un mese forse poi ripetuto, servirà, se verrà fatto bene, a capire il nascere, il diffondersi e propagarsi degli odori ma non a misurarlo a livello dinamico e scientifico e quindi ….nessuno, con questo metodo potrà verificare se questi “eventi odorigeni” sono compatibili con la nostra vita e la nostra salute....
Ad oggi per studiare il problema degli odori non è stato fatto quasi niente
Apprezziamo la disponibilità dei tecnici dell’ATO, che in sede di Osservatorio già dal 2010 si erano proposti per intervenire e portare la loro consulenza, (e apprezziamo le Amministrazioni Locali che hanno dato l’autorizzazione a procedere), intervento che ancora ,al 9 febbraio scorso, non c'è stato a causa degli impegni dell'ATO stessa, quindi… ci vorrà ancora un po’ di tempo per avere il parere e le proposte risolutive o mitigative da mettere in atto .
Tutto deve ancora partire e noi cittadini siamo preoccupati ed esasperati perchè siamo molto lontani dalla risoluzione del problema
Ancora il problema non è stato affrontato nella giusta maniera, non si è ancora capito come si diffonde, da dove origina, quale è l’entità, neanche nella VIA per l’ampliamento è stata data una valutazione dell'impatto odorigeno in termini qualitativi e quantitativi,.
Abbiamo chiesto a gran voce: ”C’è compatibilità tra i disagi della discarica e la salute e la qualità della vita.?. c’è compatibilità? qualcuno ci può rispondere?.”
Siamo delusi e amareggiati, non basta la buona volontà degli Enti e dell'ATO.
E' l'ora che si ricorra alla consulenza di esperti nel settore, (senza togliere niente all'ATO) che si investa in ricerca, in risorse umane e sistemi scientifici consolidati e riconosciuti, sistemi tecnologici adeguati, messi appositamente in loco per rilevare il formarsi degli odori, in entrata e in uscita, un monitoraggio continuo, un sistema di correlazione causa-effetto adeguato, complesso e completo di tutti gli aspetti , di tutti i dati ed evidenze oggettive..
Le soluzioni per lo studio ci sarebbero, dipende da quanto si è disposti a spenderci, occorrono investimenti in tal senso, noi cittadini chiediamo che i soldi del disagio che NOI paghiamo nella tassa rifiuti e che la CSAI rende al comune come compenso per il disagio, vengano investiti dall’amministrazione in tal senso e per il controllo della salute delle persone che abitano nella zona.
Abbiamo fatto un sacco di proposte, anche durante il bilancio partecipato, ma non siamo stati ascoltati, non si investe nella ricerca, solo in povere opere urbane o sovrastrutturali che anche se sono necessarie per la vivibilità nei comuni, NON RISOLVONO I PROBLEMI E I DISAGI CHE PROVOCA LA DISCARICA AGLI ABITANTI LIMITROFI.
E' stato proposto di affrontare questa situazione con azioni concrete che vadano nella direzione di risolvere il problema alla radice, visto che con la discarica occorrerà convivere ancora per tanti altri anni, non ci si può limitare all’informazione e al contenimento dei disagi
La Provincia ha autorizzato l'ampliamento, non è però che con questo atto ha autorizzato un procedimento che giustifica che molte persone siano sacrificabili per il bene della collettività dell’intera regione!
Di fronte ad una situazione che si protrae ormai da anni e anziché migliorare a momenti peggiora, di fronte a delle legittime paure e preoccupazioni che l'ampliamento comporti quanto meno un prolungarsi dei disagi se non addirittura un aumento, queste risposte sono poca cosa e soprattutto arrivano con estremo ritardo.
Chi subisce un disagio da tanto, troppo tempo, non può sentirsi dire che ci vorrà ancora del tempo,
CHE CI SARANNO ANCORA DISAGI ..
E CHE SI PUÒ FARE BEN POCO PERCHÈ COSÌ È STATO DECISO ...
Emerge sempre in maniera più evidente cosa non si è fatto, e quanto tempo ci vorrà prima che si ponga fine (ammesso che fine si ponga) a questa odissea che dura da anni...
Noi cittadini ci chiediamo :
“Se non ci pensano gli organi pubblici, garanti della tutela dei cittadini, chi ci deve pensare?
Devono scendere in campo le mamme, con i propri figli ? ancora una volta…moralmente e fisicamente a difendere quanto hanno di più prezioso?
San Giovanni .V.no 18 febbraio 2011
Catia Naldini